JESUS CHRIST SUPERSTAR

Publish date 31-08-2009

by gianni


Perfino più rock dell’originale, la versione dell’Australian Cast registrata nel 1992 non è un’imitazione di cui diffidare, anzi…

di Gianni Giletti

 The Album
1992 Australian Cast Recording Highlights
(Polydor 1992)
“Il film?” si chiederanno i lettori leggendo la prima riga del titolo. Tranquilli, è l’occhiello la cosa importante. Ma andiamo con ordine. JCS non è solo un film, un’opera teatrale, un musical o un disco; è una saga, un pezzo di storia del rock stampato nel cuore e nelle orecchie di almeno due generazioni.

L’opera, scritta da Tim Rice e Andrew Lloyd Webber nel 1970, è stata rappresentata in tutto il mondo dalle più svariate compagnie di teatro ed è stata spinta verso la gloria dall’omonimo film di Norman Jewinson uscito nel 1973.

Per i più giovani di voi che poco sanno di questa rock-opera, che cosa ha spinto il film di Jewinson verso il successo planetario? Semplice: brani rock tosti e ruspanti, alternati a ballate lente e sognanti, il tutto nelle magiche desolazioni del deserto israeliano e soprattutto un manipolo di cantanti che ha segnato il modo di cantare il rock, capitanati da Carl Anderson, il Giuda nero e dall’inarrivabile voce dell’allora 21enne Ted Neeley, il tutto legato dal suono grezzo del rock anni 70.

Una volta fatto il film, il problema passava a coloro che volevano replicare in qualche modo l’opera. Volersi confrontare con una pietra miliare della musica pone infatti sempre seri problemi di autostima agli sventurati replicatori, in questo caso soprattutto ai cantanti. Il pubblico, infatti, ha nelle orecchie l’originale e quando questo è inarrivabile, o sei un fenomeno, o giunge implacabile la battuta: “Bravi, sì, però…”.

Tutto questo discorso per presentare il disco in oggetto. Vi chiederete perché vale la pena di essere ascoltata questa versione e non altre. Primo motivo: i produttori di questo disco hanno riscritto in maniera brillante gli arrangiamenti in modo da aggiungere qualcosa di nuovo all’opera stessa, ma non tanto da stravolgerla.

Secondo motivo: nel 1992 sono passati quasi vent’anni dall’uscita del film e tanta musica è passata sotto i ponti; i suoni sono migliorati in maniera abissale e il gusto si è ovviamente modificato. Terzo motivo e direi fondamentale: hanno trovato finalmente un cast di cantanti che potevano reggere il confronto con gli originali. Ed è questo terzo punto che fa la differenza.

Basta ascoltare il celeberrimo brano What’s the Buzz/Strange Thing Mystifying per capire che i cantanti hanno le corde vocali al posto giusto e che il tiro del disco promette faville. Inoltre questa versione è fin più rock dell’originale e spinge un sacco, soprattutto con basso e batteria, che non perdono occasione per farsi sentire.

Per finire, una nota tecnica: fate attenzione che il disegno della copertina è lo stesso della prima opera teatrale registrata nel 1970, ma la scritta “1992 Australian Cast Recording” vi farà capire la differenza.

 

 

 

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