La frustrazione

Publish date 10-08-2012

by Gabriella Delpero

di Gabriella Delpero - È frequente ai nostri giorni sentir parlare di frustrazione. Molti sostengono che chi non ha raggiunto una certa tolleranza alle frustrazioni è immaturo, si adatta male alla realtà. Ma cos’è in fondo questa maledetta frustrazione? È quella che una volta si chiamava disillusione o scacco, cioè un’esperienza di amara e cocente sconfitta, di bersaglio mancato. Esperienza comune, direte. Certo, anche perché non ci vediamo sempre bene, in effetti, quando si tratta del nostro cuore ed è facile ingannarsi da soli: così ci capita di commettere errori a volte anche gravi, uscendone amareggiati e delusi. Ma il fatto è che poi non capiamo che la frustrazione provata è in verità nei confronti di noi stessi, anche se ci affanniamo a scaricarla all’esterno, sugli altri o sulle circostanze sfortunate. Insomma, nel nostro viaggio interiore ci imbattiamo più frequentemente nella nostra debolezza che non nella nostra forza, nelle nostre disfatte più che nei nostri successi.

Ma il paradosso è che è proprio là – nella debolezza – che possiamo incontrare l’autenticità di noi stessi. Occorre un rovesciamento di prospettiva, è vero, perché istintivamente tendiamo a presentare a noi stessi (e agli altri, si trattasse anche di Dio!) il nostro volto di giusti, non quello di peccatori. Frugando invece con pazienza proprio tra le rughe di quel volto, tra le nostre fragilità più nascoste, scopriremo che tutti dobbiamo compiere un’esperienza fondamentale: riconoscere la nostra debolezza, accettare la nostra povertà per sentirci finalmente in pace con noi stessi. Beata debolezza!

DILLO A GABRIELLA – Rubrica di Nuovo Progetto
Gabriella Delpero - Neuro psichiatra infantile

 

 


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