Come ti chiami?

Publish date 10-08-2012

by Chiara Dal Corso

di Chiara Dal Corso - Così si comincia una nuova conoscenza, un rapporto di lavoro, un’amicizia. Il nome rappresenta tutta la persona. Quando ti voglio parlare ti chiamo per nome, con la fiducia che tu mi risponderai, perché siamo amici. La mamma dà il nome al suo bimbo pensando al suo futuro, a quando sarà grande. Nella Genesi il segno che l’essere umano avrebbe dominato sulla natura è l’invito che gli fa Dio a “dare un nome a tutte le cose”. Anche nell’icona il nome è importantissimo e la completa. Collega la figura della persona con la Persona che rappresenta, corrisponde all’invocazione nella preghiera “quando ti invoco, Signore, rispondimi!”.

Stare in preghiera davanti ad un’icona significa infatti prima di tutto chiamare il Signore Gesù, invocare la sua presenza, invocare la presenza di sua Madre, e chiedere anche l’intercessione del santo che vi è raffigurato. Ecco perché le iscrizioni sono così importanti, e solitamente sono scritte in rosso (colore del sangue, della vita e dell’Eucaristia) o talvolta in oro (metallo che indica la gloria di Dio). In questo modo i personaggi ci rivelano il loro nome, e ce lo rivelano in una lingua liturgica, cioè la lingua della preghiera. Infatti nelle icone classiche le iscrizioni (i nomi dei personaggi e l’avvenimento) sono scritte in latino o greco o slavone (cirillico antico), cioè le principali lingue liturgiche del mondo cristiano occidentale e orientale.

Oggi sarebbe corretto scriverle nella lingua corrente del Paese cui sono destinate, per renderle comprensibili. In realtà spesso i nomi della Madre di Dio e di Gesù Cristo restano in slavone o greco, trattandosi di segni ormai riconoscibili ai più.

Uova e Colori – Rubrica di Nuovo Progetto

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