Discomfort and trust

Publish date 12-11-2022

by Stefano Caredda

Il rapporto fra la politica e il mondo delle organizzazioni di terzo settore (associazioni, fondazioni, imprese sociali, ecc.) è un rapporto ambivalente, fatto alternativamente di speranze e di diffidenze, di fiducia e di sconforto.
Quando, dopo una crisi di governo, si precipita in campagna elettorale, si verificano puntualmente almeno un paio di situazioni. La prima è che, come fosse una ridente primavera, fioriscono documenti, lettere e appelli nei quali le organizzazioni della società civile chiedono, segnalano, auspicano, indicano, sottolineano (e chi più ne ha più ne metta) quelle che sono le tematiche e i punti programmatici che esse ritengono essere importanti per il futuro del Paese.

La speranza, in realtà quasi sempre delusa, è che anche su quelle tematiche si predispongano i programmi elettorali e che dunque il giudizio degli elettori possa basarsi anche sul confronto delle proposte avanzate dai partiti su quegli specifici temi.
La seconda conseguenza dell’avvicinarsi della fine della legislatura è che si moltiplicano gli appelli a concludere l’iter di provvedimenti da tempo avviati, ma che, senza l’approvazione finale, rischiano di dissolversi nel niente, vanificando con un nulla di fatto un lavoro di mesi e molto più frequentemente di anni. Seguendo le singole organizzazioni o consultando le pagine specializzate di siti e portali di informazione (compreso Redattore Sociale!) potete imbattervi, in queste settimane, negli esempi più disparati. Perdonerete se, per questioni di spazio, mi limito a fare qui solo due accenni.

Il primo è l’appello della FIOPSD, la Federazione italiana degli organismi per le persone senza dimora. Parliamo di un tipo di disagio estremo, che sfocia con frequenza anche nella morte (in Italia nei primi sette mesi del 2022 sono morti oltre 200 homeless, quasi uno al giorno): muoiono per malore, investiti da auto o treni, per episodi di violenza, per overdose, per annegamento, per ipotermia, per suicidio...
«Queste persone – sottolineano dalla FIOPSD – sono titolari di diritti che vengono costantemente negati: salute, residenza, documenti, voto. Inserire nei programmi di governo una particolare attenzione alle persone senza dimora è un dovere, per trovare soluzioni e politiche adeguate alla gravità del problema. Non ignoriamo gli ultimi».

Un esempio di appello del secondo tipo è quello avanzato dal Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza, una rete di quasi 50 organizzazioni che segue il percorso avviato in questa legislatura per giungere a una riforma che introduca un sistema organico di assistenza agli anziani non autosufficienti. Nel nostro paese se ne parla da almeno 30 anni e tutti gli altri grandi Paesi europei se ne sono dotati. La riforma è stata inserita, meritoriamente, fra gli obiettivi del PNRR e la legge delega dedicata deve essere approvata dal Parlamento entro la primavera 2023. Da molti mesi il testo è in lavorazione a Palazzo Chigi, fior di tavoli e di confronti sono stati avviati e un lavoro corposo di coordinamento è stato svolto. Ma bisogna portarlo a conclusione, perché il rischio di dover ricominciare daccapo nella nuova legislatura, e con pochissimo tempo a disposizione, è altissimo. Di qui l'appello: «Vi chiediamo di compiere ogni azione possibile affinché si dia seguito al lavoro compiuto e la nuova attenzione verso la non autosufficienza non rimanga una mera dichiarazione d’intenti».
 

Stefano Caredda
NP agosto / settembre 2022

This website uses cookies. By using our website you consent to all cookies in accordance with our Cookie Policy. Click here for more info

Ok