Le parole di Ernesto Olivero all’inaugurazione

Publish date 21-11-2011

by Redazione Sermig

Altezza Reale, principe Raed Bin Zeid le voglio bene. Sua Beatitudine, Fouad Twal le voglio bene. Ognuno di voi si senta voluto bene.
Ho un profondo legame con la Giordania, con re Hussein che ho incontrato e mi ha incoraggiato, con re Abdallah II e la regina Rania. Anche loro ci hanno incoraggiato. Vorrei che questo giorno in tutte le città del mondo potesse essere un giorno normale in cui musulmani e cristiani si vogliono bene e aiutano i figli più prediletti, i figli che sono diversamente abili da noi, ma pienamente figli e figlie di Dio come ognuno di noi. Vorremmo che in tutte le città del mondo i figli più in difficoltà fossero i più amati e il mondo si organizzasse a partire da questi figli più deboli. La civiltà esiste solo se questo mondo ama i bambini e le bambine più in difficoltà.

Noi siamo nella vostra terra da alcuni anni, da quando il vescovo Salim Sayegh ci ha incontrato, ci ha chiamati qui, ci ha incoraggiato. Già anni prima realizzavamo progetti di sviluppo per le persone più in difficoltà in Libano, Iraq, Palestina, Siria. Dal 2006 siamo in questa terra di Madaba grazie a Sua Beatitudine Fuoad Twal che ci ha voluto affidare la realizzazione di quest'opera. Qui vivono alcune ragazze che sono il cuore della mia Fraternità, il Sermig. Tra poco ve le presenterò.

Il Sermig è nato nel 1964 con un grande sogno: sconfiggere la fame nel mondo. La più grande vergogna di oggi è la fame nel mondo. Ogni giorno muoiono 30.000 persone di fame e noi lottiamo perché questo non avvenga più.
Oggi è una grande festa per noi perché inauguriamo l’Arsenale dell’Incontro. L’Arsenale dell’Incontro ha una chiave di grande profezia, un grande sogno. L’abbiamo chiamato così perché desideriamo che musulmani e cristiani si incontrino per fare pace in eterno e abbiamo deciso che questo patto tra noi cristiani e musulmani siano i bambini diversamente abili.

Abbiamo voluto dedicare questa casa a “Maria Teresa Canavese”. Maria Teresa era una consacrata della mia Fraternità, una donna che amava Dio. È venuta in Terra Santa, in terra di Giordania per amare i vostri figli, ma Dio ha voluto chiamarla a sé il giorno dopo il suo arrivo in Terra Santa, nella terra di Madaba. Abbiamo pianto molto per questa donna che è morta improvvisamente e siamo contenti che suo fratello Antonio sia presente oggi in mezzo a noi.

Dedicando questa casa a “Maria Teresa Canavese” il nostro patto d’amore con Dio e con voi oggi ha un nuovo inizio che vorremmo ci portasse all’eternità per sempre. Grazie, grazie di cuore, vi vogliamo bene, vi vogliamo bene.



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