Ranald Macky - The Road Home

Publish date 30-10-2022

by Gianni Giletti

L’attacco è folgorante: dalla voce sembra un predicatore televisivo americano, di quelle chiese afroamericane, con l’hammond sotto a creare il pathos e niente altro.
Poi però cambia, passa alla ballad, ma il clima resta un po’ quello: solenne, complice anche il suo vocione (gran bel timbro tra l’altro).
Poi il piano. 
Mi piace un sacco il rubato che fa, caratterizza il brano in maniera indelebile e lo porta con maestà e mestiere verso la fine.
Poi i cori.
Mitici, a me poi ci vuol poco a farmi ronzare le orecchie con i coretti, tipo questi. Secondo me, i cori fatti così cambiano l’umore di qualunque canzone, portandolo verso il romantico. Qui non fa eccezione.
Poi la chitarra.
Utile ma non indispensabile. Segna qualche accordo, ma non incide sulla canzone. Abbellisce un po’.
Poi lui.
Nin’ zo, mai sentito, né si capisce molto dal web.
Profonda.

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Il brano di per sé non è tra i più famosi, ma in questo disco non ce n’e uno debole per cui, anche qui si gusta davvero il rock d’annata.

Grandi.

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