BRASILE - SAN PAOLO: presentato il 3° Appuntamento

Publish date 10-02-2010

by Simone Bernardi

Incontro del martedi' all'Arsenale della Speranza di San Paolo - BrasileErnesto Olivero presenta, in Brasile, l’Appuntamento Mondiale Giovani della Pace. Gli ospiti dell’Arsenale della Speranza accolgono la proposta con il consenso di un fragoroso applauso.

di Simone Bernardi
Fraternità del Sermig di San Paolo

 

São Paolo del Brasile. La grande tenda da circo in cui il “popolo” dell’Arsenale della Speranza si riunisce settimanalmente per la “preghiera del martedì” è gremita. Tantissimi gli ospiti e i volontari che hanno accolto l’invito di partecipare all’incontro, che oggi ha un ospite e un obiettivo speciali: Ernesto Olivero – fondatore di questa casa in cui abitano oltre 1.000 persone che altrimenti sarebbero sulla strada – è venuto dall’Italia per proporre un appuntamento.

incontro del martedi all'Arsenale della Speranza di San Paolo
L’incontro inizia con un brano della Scrittura, Elia sul Monte Oreb: “Dopo il vento ci fu un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto... poi ci fu il fruscio di un vento leggero” (1 Re 19,12). Dio comunica con il silenzio. Ed è proprio il silenzio a preparare l’ascolto dell’intervento di Ernesto che, prendendo la parola, inizia così: “I giovani, oggi, sono i piú poveri tra i poveri”. Non è facile, e ancor meno banale, pronunciare queste parole davanti ad una platea di uomini, molti dei quali giovani, che “poveri” lo sono di fatto, in un modo evidente: senza una casa, un lavoro, una famiglia, schiacciati dall’indifferenza, dal pregiudizio, vittime dirette di una società escludente.

Ernesto racconta, con calma, un’idea che viene da una storia, quella di una persona timida che scopre, sin da bambino, la possibilità di vedere tante situazioni che molti non vedono, di ascoltare richieste di aiuto che tanti non sentono, e non solo, di provare a dare delle risposte. Una storia percorsa non da solo, ma insieme a tanti giovani che hanno deciso di lasciare tutto per seguire un’intuizione che ha preso forma con gli Arsenali di Torino, San Paolo, Madaba e in decine di Paesi... La platea ascolta con attenzione.
“Se pensassimo a queste attività – prosegue Olivero – potremmo essere soddisfatti, e invece siamo molto preoccupati, perché in questi anni abbiamo capito che tanti giovani, belli, forti, sempre alla moda, in realtà sono più poveri di voi, che non avete un posto dove andare a dormire, sono più poveri di voi, che molto spesso non sapete dove andare a mangiare... perché vivono da morti, senza più energie per indignarsi, per amare, per cambiare questo mondo. Per cui abbiamo pensato ad un’idea che, in fondo, è molto legata al Brasile: fu proprio Dom Helder Camara (grande profeta brasiliano) a dirmi, molti anni fa, che il Sermig doveva inventare una cosa nuova per i giovani. Non mi disse che cosa, ma io ci ho creduto. Per cui il prossimo anno abbiamo indetto un grande incontro mondiale in cui verranno, speriamo, migliaia di giovani che col loro silenzio, i loro drammi, le loro speranze e proposte, parleranno ai ‘grandi’ della Terra affinché aprano gli occhi e modifichino il loro comportamento”.

Ernesto Olivero vicino al busto di Don Luciano a MarianaSiamo a San Paolo del Brasile, ad un anno dal 3° Appuntamento Mondiale Giovani della Pace e a oltre dodicimila chilometri di distanza dall’Aquila, e la maggior parte dei presenti non ha un centesimo in tasca, ma Ernesto incalza e chiede a tutti un aiuto: “Noi abbiamo bisogno della vosta preghiera, delle vostre idee, dei vostri suggerimenti che, potete starne certi, faremo camminare ed entrare nei palazzi del potere per cambiarli un po’ ”.

Il silenzio che aveva preparato ed accolto queste parole è continuato durante tutto il tempo dell’intervento, un silenzio attento, partecipe, prezioso che, immediatamente dopo il “grazie per avermi ascoltato” esplode, inaspettatamente, in un applauso fragoroso, sincero, commovente, che suona come il sigillo di un patto.
Un’accoglienza importante perché viene da chi, di fatto, rappresenta quell’enorme fetta di umanità depredata delle sue risorse e usata come riserva di manodopera sottocosto che ci riporta alla meschinità e all’avidità di un mondo che pretende di chiudersi come una fortezza. Quell’applauso è stato come dire: “Noi ci siamo”, non per un atto di accusa violenta, ma per un atto di speranza. Gli ospiti di questa casa, infatti, allenati dallo spirito e dalle azioni della “Foresta che Cresce”, sanno che anche là dov’è passato il terremoto si può ripartire dal silenzio, da quel “fruscio di vento leggero” che rivela la vera forza necessaria a cambiare questo mondo.

All’Aquila, il 28 agosto 2010, il Brasile ci sarà!

Simone Bernardi

 

Vedi l'iniziativa "Foresta che cresce" dell'Arsenale di São Paolo del Brasile

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