5° comandamento: "Non uccidere"

Publish date 22-11-2012

 

SAN PAOLO. L'indignazione di una folla di under 30 contro la spirale di omicidi che sta segnando la periferia della megalopoli brasiliana nelle ultime settimane nelle parole di una testimone

In occasione della Giornata Nazionale della Gioventù, celebrata domenica 11 novembre a San Paolo, migliaia di giovani hanno espresso la loro indignazione contro la violenza, chiedendo: "Quale vita vale la pena di essere vissuta?”.

In una giornata di sole, il ground zero della città di San Paolo, Praça da Sé, ha accolto giovani provenienti da tutti i quartieri della città, in una delle iniziative promosse in vista della Giornata Mondiale della Gioventù che si terrà a Rio de Janeiro, a luglio 2013.

Promosso dal Settore Giovanile dell'Arcidiocesi di São Paulo, l'evento ha coinvolto molte persone stanche e spaventate dalla violenza che ha afflitto la città nei giorni scorsi, e triste per la perdita di tanti amici. I giovani hanno cantato insieme una sola richiesta: "Davanti alla violenza e allo sterminio dei giovani, i giovani vogliono vivere!"

Negli ultimi mesi, abbiamo visto nella città di San Paolo situazioni che ci fanno pensare: la morte di numerosi agenti di polizia e di giovani delle nostre comunità, numerosi incendi scoppiati nelle favelas, "casualmente" nei quartieri ambiti dalla speculazioni edilizia. Con un gesto di protesta contro questi fatti, i giovani hanno simbolicamente legato nastri neri al braccio, si sono dipinti le mani con vernice rossa, alzando un grido collettivo: "Basta!"

Sempre domenica, durante la Messa, il Cardinale di San Paolo, dom Odilo Pedro Scherer, ha sottolineato: «Il quinto comandamento della legge di Dio è chiaro: Non uccidere» e ha continuato: «Sono triste nel sapere che la maggior parte di coloro che stanno morendo sono giovani. È inaccettabile che si pensi di uccidere per risolvere i problemi, qualunque essi siano. Per noi cristiani l'odio è inaccettabile, è da condannare apertamente; non dobbiamo mai abituarci alla violenza!».

I giovani partecipanti hanno "gridato" che il mondo può essere migliore e hanno chiesto migliori condizioni di vita, non solo per tutti i giovani che rischiano di morire per le uccisioni, ma anche per la mancanza di risposte ai bisogni piú elementari. Adesso bisogna continuare a lavorare in questa direzione...

Testo: Valesca Montenegro (Fonte: PIME)
Foto: Lorenzo Nacheli (Sermig)

 

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