Droga libera, ma nessuno la compra

Publish date 09-05-2013

by stefano

L’intervista di Stefano Parola a Ernesto Olivero comparsa su Repubblica del 4 ottobre riapre il fronte del consumo di stupefacenti con una salutare “provocazione” che va contro corrente, accantona la repressione e mette in gioco le scelte e i comportamenti.

 

RepubblicaL' obiettivo? Provvedimenti morali Stupefacenti liberi e nessun acquirente. Ernesto Olivero è fatto così. I giri di parole gli piacciono poco. Così lo dice apertamente: «Questi sequestri sono inutili». E subito dopo ribadisce il concetto: «Dopo questi blitz i giovani smetteranno di drogarsi? Cambierà tutto?». Per il fondatore del Sermig, per l' "innamorato di Dio", il discorso da fare è radicalmente diverso: «Bisogna iniziare una battaglia in cui alla fine si arriva a un punto in cui la droga è libera eppure nessuno la compra perché tutti capiscono che è pura follia. Occorrono provvedimenti morali». Una lotta non con il bastone, ma con il fioretto: «Non serve il terrore, ma serve il coraggio di fare ragionamenti. È così che qui, dentro l'Arsenale della pace, ho visto cambiare una miriade di strade», dice Olivero. Uno, per esempio, l' ha fatto qualche tempo fa, quando è stato invitato a parlare in una scuola: «Sapevo di avere davanti una platea composta in buona parte da persone che facevano uso di sostanze, perché del resto le statistiche parlano chiaro.

Ho capito che dovevo entrare nelle loro menti. Così gli ho detto che chi si droga è un vigliacco soprattutto per un motivo: è diventato un azionista della malavita, un amico della mafia. Da quel momento nella sala è calato un silenzio incredibile, perché quanto avevo detto si scontrava con i sogni di questa loro nuova generazione, che vuole un mondo ecologico, libero e senza guerre». Ma, sostiene Ernesto Olivero, occorre un altro approccio: «Bisogna che gli adulti, quando dicono ai giovani che sono il futuro, ci credano veramente. Perché i ragazzi vogliono capire se credi o non credi in quello che dici ed è in base a quello che scelgono di darti retta. Per questo dico che servono discorsi seri, fatti da educatori preparati e soprattutto appassionati, che facciano capire che la droga è deleteria e che non c' è niente di bello nel vedere un proprio coetaneo che si spappola il fegato o che perde i denti a causa degli stupefacenti. E in tutto questo le scuole potrebbero diventare un terreno molto fertile».

Parole e pensieri di un uomo che ha stretto la mano a grandi figure del presente e del passato, ma soprattutto alle migliaia di giovani che hanno bussato la porta del suo Sermig per chiedere aiuto. Qualche settimana fa uno di loro entrò nel suo ufficio e lo provocò: «Lei non sa cosa si è perso a non essersi mai fatto». Aveva 16 anni e una dipendenza da eroina. Olivero rispose alla provocazione con una provocazione: «Gli dissi che forse aveva ragione e di filmarsi mentre si faceva, così avremmo rivisto il filmato insieme e avremmo potuto analizzarlo. Per precauzione mandai una mia amica dottoressa con lui. Dopo qualche giorno il ragazzino tornò con il filmato e lo guardammo insieme. Nel video si iniettava l'eroina, poi si contorceva, rotolava per terra, ansimava, il medico gli fece un' iniezione per salvargli la vita. Dopo averlo visto mi disse solo questo: "Che schifo. Come posso fare a smettere?". Io gli ho risposto che ognuno di noi è un sacco: sta in piedi o no a seconda di cosa ci metti dentro». 

 

di Stefano Parola
da Repubblica 04/10/09 

 

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