Claudio Monge all'Università del Dialogo 2013

Publish date 04-10-2013

by redazione Unidialogo

Ecco le foto e il video completo del primo incontro dell'Università del Dialogo con il Domenicano Claudio Monge.

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Sigla dell'Università del Dialogo della sessione 2013/2014

La tua esperienza concreta quando sei arrivato in Turchia e cosa significa per te dialogare oggi a Istanbul

Che cosa è successo in Turchia nel '900, che cosa ha reso difficile il dialogo tra religioni diverse?

Come si fa a far entrare la logica del perdono, della riconciliazione nella storia?

Parlaci di noi cristiani in Italia di come possiamo vivere di più l'ospitalità

Anche in Turchia i cristiani hanno delle responsabilità e sono chiusi... come proiettarsi in un futuro diverso?

Intervento di Ernesto Olivero

Cosa può fare l'occidente per aiutare il dialogo in medio oriente?

Che significato a per lei la reciprocità e come la vive ogni giorno?

Quando la coscienza ha bussato alla tua vita e quale strada ha aperto?


 







 

Turchia, il dialogo possibile

"La coscienza bussa e apre la strada". E' il tema che quest'anno l'Arsenale della Pace ha deciso di affrontare durante gli incontri mensili dell'Università del Dialogo che, giunta alla decima edizione, vuole essere una sosta di formazione e ascolto, in cui riflettere sul caos che ci circonda per non "adagiarsi", come ha ricordato recentemente il Papa.

Si é cominciato venerdì 4 ottobre 2013 con padre Claudio Monge, domenicano, responsabile del Centro per il dialogo interreligioso e culturale di Istanbul, in Turchia, che ha presentato il suo ultimo libro "Stranieri con Dio. L'ospitalità nelle tradizioni dei tre monoteismi abramitici" (Edizioni Terrasanta).

Di origine piemontese, padre Claudio entrò in contatto con la Turchia per la prima volta nel 1997 e l'impatto non fu certo facile. La Turchia ha infatti radici cristiane profondissime: basti pensare che i domenicani sono presenti nell'allora capitale Costantinopoli fin dal XIII secolo, quando cercavano un dialogo con i cristiani ortodossi in seguito allo Scisma d'Oriente.

Oggi però a padre Claudio e ai domenicani tocca il non facile compito di evangelizzazione a partire dalla frammentata realtà cristiana turca, che costituisce lo 0,1% della popolazione. "La Chiesa turca- racconta padre Claudio - è inesistente e non riconosciuta giuridicamente. Si esiste come singoli, anche per evitare un eccessivo controllo dello Stato". La presenza cristiana è infatti drasticamente diminuita in Turchia a partire dall'azione di Mustafa Kemal, fondatore della Repubblica Turca, che dagli anni Venti mise in atto un processo di laicizzazione del Paese: col tempo però, l'Islam é diventato il vero collante della nuova nazione e le minoranze sono state costrette a farsi da parte. Padre Claudio é convinto però che il dialogo non sia questione di numeri: "Nel dialogo conta il volto, conta guardarsi negli occhi, perché lo sguardo disarma le paure. Non esiste un odio islamico senza volto, esistono dei credenti con cui parlare faccia a faccia. Oggi siamo di fronte ad un dialogo senza alternative: non é un'opzione, ma l'essenza stessa di un Dio che é uno e trino".

Padre Claudio è convinto che i cristiani in Turchia, spesso divisi, possano vivere la loro fede in pieno, non come uno scrigno chiuso. Così come ha fatto don Andrea Santoro, sacerdote fidei donum ucciso nel 2006 in Turchia nella propria chiesa a causa del suo assiduo impegno di evangelizzazione.

La voce del popolo - Fabrizio Defilippi


foto: Andrea Gotico / NP

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