Il bene che ti fa sudare

Publish date 16-10-2019

by Rinaldo Canalis

di Rinaldo Canalis - Nei laboratori estivi dell’Arsenale della Terra
ragazze e ragazzi alla prova della fatica

Anche quest’anno sono arrivati al VillaggioGlobale di Cumiana, 600 ragazzi a settimana dai 16 ai 20 anni, provenienti da molte parti d’Italia. Impegnati nelle settimane di formazione all’Arsenale della Pace sono venuti ad impastarsi con noi, a sudare insieme in questa porzione d’estate torrida per assaporare le trasformazioni possibili con l’impegno corale e di ciascuno.

Con loro è stata realizzata una strada per il transito di mezzi agricoli; selezionate montagne di tappi in polietilene di bottiglie per poi venderli e comprare una serra per i ragazzi disabili dell’Arsenale dell’Incontro; tolto tantissima erba; trapiantate tutte le verdure per il periodo invernale; raccolto ogni giorno ciò che l’orto produceva per gli ospiti dell’Arsenale; svuotati e ordinati vari magazzini; inventariato e pulito pannelli fotovoltaici; caricato e scaricato camion; selezionati indumenti; ordinato locali adibiti al riutilizzo di materiali tecnici come i computer. Quest’anno, al vantaggio dell’esperienza in più, si è aggiunta la sofferenza per gli amici provati da malattie.

I ragazzi sono stati molto bravi e hanno compreso il senso delle attività proposte: faticare e impegnarsi non solo per migliorare la qualità della vita di persone in difficoltà, ma soprattutto ad aiutare se stessi a mettersi in gioco anche fisicamente nella manualità. Abbiamo anche puntato – con molta discrezione e rispetto – ad aiutarli a sollevare lo sguardo verso orizzonti di amore trascendentali in espansione verso l’eternità. Un ambito questo in cui abbiamo riscontrato aridità impensabili anche in ambienti cosiddetti religiosi. Seminare d’estate per raccogliere nell’inverno: questa è la motivazione. Seminare a 360 gradi cercando di aprire brecce nel cuore di ciascuno.

Seminare perché nei ragazzi ci troviamo di fronte a terreni incolti, aridi, a volte devastati, anche se recettivi, almeno per il periodo in cui si sta insieme. Ragazzi che in generale non sanno cosa sia il lavoro manuale, invece così terapeutico. Sono tante le vittime dell’alienazione da smartphone che vivono una realtà immaginaria e che nel reale si sentono inadeguati e persi. Abbiamo accolto gruppi con i loro animatori che vedevano l’Arsenale come se fosse l’ultima spiaggia possibile per non affogare. Altri avevano bisogno di prendere coscienza che i loro traguardi raggiunti erano poca cosa rispetto al male che avanza e che si può fare di più anche toccando con mano la realtà di solidarietà sapiente e costruttiva dell’Arsenale. Ora che abbiamo superato fatiche e difficoltà ci sentiamo un po’ “stanchini”, ma anche contenti e soddisfatti. Le fatiche passano, l’aver faticato, resta! Ci sentiamo addosso come una costruzione in cui Qualcuno usa i mattoni del nostro sudore per elevarci a sé.

Rinaldo Canalis
FUORI SACCO
Rubrica di NUOVO PROGETTO 
Settembre 2019 

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