Lettera ai giovani

Publish date 28-05-2017

by Ernesto Olivero

Ai partecipanti
al 5° Appuntamento mondiale
dei Giovani della Pace

Cari amici,
ho ancora nella mente, nel cuore e negli occhi le immagini, i volti, le parole e le emozioni che abbiamo vissuto insieme a Padova, sabato 13 maggio, in occasione del 5° Appuntamento Mondiale "Giovani della Pace". Per tutti noi è stata una giornata indimenticabile, un'occasione vera di cambiamento. Ho visto una piazza piena all'inverosimile. A tratti era difficile vederne la fine. Eravate in tantissimi, ma è come se mi fossi sentito cuore a cuore con ognuno di voi. Mi avete commosso nel profondo.

Mi hanno commosso i vostri sogni, i vostri impegni di bene, ma soprattutto la vostra capacità di ascoltare. Vi ho visto in silenzio di fronte a una mamma a cui la mafia ha ucciso il marito e padre del suo bambino di quattro mesi. Una mamma che oggi non odia nessuno, ma invita solo ad amare.
Vi ho visto colpiti di fronte a una ragazza, viva per miracolo dopo aver assunto mezza pasticca di ecstasy. Una giovane donna che oggi dice: “Io ho avuto una seconda possibilità, ma quando vi drogate non tutti possono averla”.
Vi ho visto emozionati e disponibili ad accogliere lo straniero, dopo aver ascoltato un giovane uomo della Somalia diventato oggi un cittadino italiano come voi.

Vi ho visto pieni di speranza di fronte a un ventenne come voi che ama pazzamente la vita, nonostante una malattia genetica gravissima.
Ci siamo detti insieme che l'odio non ci fermerà e che siamo disponibili a ripartire dall'amore. Un amore concreto, un amore che non è mai un sorriso, una parola, un sentimento, ma un fatto di giustizia, di speranza. Questi fatti li ho visti nei centinaia di punti di pace che avete portato in piazza, nel vostro sì agli impegni della "Carta dei Giovani" che se diventeranno vita, daranno inizio a una rivoluzione di bene che nemmeno immaginate. Lì dove siete: a scuola, sul lavoro, in famiglia, nella società.

Come vi ho detto in piazza, vedo già tantissimi di voi pronti ad entrare in politica ma solo per servire. A diventare sacerdoti, imam, rabbini per essere semplicemente di Dio, economisti per costruire la giustizia, imprenditori per creare lavoro. A sposarsi per costruire famiglie aperte ai più poveri e credibili. Non è utopia: è possibile! Possiamo davvero cambiare il mondo. Non siete superuomini, so bene che dentro di voi ci sono anche fatiche e dubbi come in tutti, ma il domani sarà di chi amerà di più, di chi non avrà paura della propria debolezza, una debolezza da avvolgere di amore, di speranza, di fiducia per poter cambiare veramente le cose. I vostri volti, il vostro entusiasmo, la vostra gioia serena mi hanno ricordato la frase che mi disse tanti anni fa frére Roger di Taizé: “Basta un pugno di giovani per cambiare il corso della storia di una città, di un paese, del mondo intero”. Io ci ho creduto allora e continuo a crederci. E siamo in tanti!

Ringrazio insieme a voi soprattutto il nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha seguito passo, passo il cammino che ci ha portato a Padova e ha voluto essere presente con un videomessaggio che ci porteremo sempre nel cuore. Grazie a lui, grazie a tutte le persone che hanno reso possibile questa giornata, a chi ha restituito tempo, risorse, capacità. Un movimento di bene e di gratuità che si alimenta grazie al contributo di tutti. Anche per questo vi chiedo di non dimenticarci. Sappiate che gli Arsenali da oggi sono ancora di più la vostra casa, il posto in cui tornare. E casa significa cura, sicurezza, ma anche responsabilità.

Spero che ognuno di voi, nella misura possibile, senta questa sollecitudine, la responsabilità di poter contribuire nella forma che desidera a tenere viva un'avventura che non sento mia, ma di Dio.
Cari amici, Padova non è stato l'evento di una giornata, ma la tappa di un cammino. L'Appuntamento Mondiale adesso continua nelle vostre realtà. Voi potete cambiare il vostro pezzo di mondo! Anche io ci provo ogni giorno insieme ai miei amici. Vi voglio bene! E questo bene è per sempre.

Torino, 18 maggio 2017

 

Ernesto Olivero

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