Ballad dolente, cibo per noi, cari affezionati ascoltatori di questa navigata rubrica.
A noi piacciono – se leggete queste righe, per forza, se no sareste già altrove – le voci roche e seducenti come la Nostra di stasera, ci piace la steel-guitar anche pucciata nel cappuccino, basta che ci sia, ci piace il clima notturno delle canzoni, che dipingono la luna in cielo.
Artista che da ragazza suonava il trombone, ha trovato poi nel songwriting la sua dimensione, imparando la chitarra e lasciando il nativo Vermont, per planare a New York City, dove si è distinta nell’underground newyorchese, senza però salire alla ribalta nazionale.
Una di noi insomma, sconosciuta ma intrigante.
Notturna.
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