Una buona notizia

Publish date 30-01-2013

by Flaminia Morandi

di Flaminia Morandi - La Chiesa ha fatto dell’arte un mezzo di comunicazione universale della fede.

Spettatori in un cinemaIl potere dell’immagine filmica sta nell’assenza di sforzo, necessario invece per leggere e ascoltare, sta nel modo di vedere un film, seduti in una sala buia con le facoltà fisiche e spirituali rilassate, sta nella seduzione dell’identificazione con i protagonisti, nel “lusso delle scenografie, la piacevolezza della musica, il realismo”. Non sono parole scritte da un massmediologo contemporaneo ma da un papa, Pio XI Ratti, nel lontano 1936, in un’enciclica sul cinema uscita una quarantina d’anni dopo la sua invenzione. Ma è solo uno dei tanti documenti della Chiesa sui mezzi di comunicazione: la Chiesa ha la comunicazione nel suo DNA costitutivo. La sua missione nel tempo è essere agenzia di informazione della Buona Notizia che Dio è con l’uomo, che è sceso a condividere la sua condizione per indicargli la strada della felicità e della risurrezione.

Nella storia la piattaforma comunicativa con cui confrontarsi cambia, ma la Chiesa, depositaria del mistero dell’incarnazione, non si sottrae alla sfida degli strumenti artificiali. Sa che i media producono distorsioni, ma la Buona Notizia va inculturata in ogni nuovo ambiente comunicativo, senza tradirla. Ciò che Cristo ha detto con la vita, bisogna trasmetterlo con uno stilo e una tavoletta che hanno leggi comunicative diverse dalla parola viva: ed è la scrittura dei Vangeli, che conserva in tutta la sua forza la potenza trasformante dello Spirito.

Home Page del sito del VaticanoCon l’arrivo della stampa, un mezzo che mette la Bibbia a disposizione di una lettura silenziosa e personale, l’esito è una ferita, la frattura della Riforma protestante. La stampa che stimola il pensiero astratto è lontana dalla carnalità viva del messaggio cristiano; eppure la Chiesa se ne serve con frutto da cinque secoli. L’immagine, che punta sull’emozione e rischia di tagliare fuori il contributo della ragione e della volontà, può essere altrettanto pericolosa; eppure la Chiesa ha difeso la sacralità dell’immagine e attraverso l’arte ne ha fatto un mezzo di comunicazione universale della fede. Dopo l’enciclica sul cinema alcuni cristiani si sono sentiti chiamati a fondare società di produzione: una di queste è la San Paolo Film di don Alberione. All’esordio della televisione, un pugno di cattolici mistici e motivati ha dato vita ad un progetto culturale che ha impresso un imprinting unico per creatività e qualità ai primi vent’anni di produzione italiana. Oggi nel mare magnum del web si incontrano insidie e angeli delle tenebre travestiti da angeli della luce: eppure il maggior numero di presenze in rete è dei cattolici, con i loro siti di informazione, di flusso di immagini, di preghiera.

I media sono meravigliosi e buoni come ogni cosa creata; eppure Cristo non ha usato nemmeno quello che i tempi gli mettevano a disposizione.
Non ha lasciato niente di scritto: non poteva chiudere nell’angustia della scrittura l’infinito del suo volto consumato per amore. A noi chiede che anche attraverso il nostro volto, non nascosto dall’anonimato del web, traspaia, non importa se debole e incerto, un po’ del suo, unica efficace comunicazione di fede.


MINIMA – Rubrica di Nuovo Progetto

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